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LENCI Lo stile italiano nella ceramica

by paton

Gli artisti e gli epigoni

23 maggio 2015 – 25 ottobre 2015

MUSEO DEL MONASTERO 

CASTELLO DI MONASTERO BORMIDA

MONASTERO BORMIDA (AT)

Apertura della Mostra

SABATO e DOMENICA:

ORARIO: 10,00 / 13,00 – 15,00 / 20,00

APERTURE STRAORDINARIE:

Lunedì 1 giugno: 10,00 / 13,00 – 15,00 / 20,00

Martedì 2 giugno: 10,00 / 13,00 – 15,00 / 20,00

FERRAGOSTO: Venerdì 14 e Sabato 15 AGOSTO: 10,00 / 13,00 – 15,00 / 20,00

ALTRI GIORNI PER COMITIVE E GRUPPI SU PRENOTAZIONE

Catalogo disponibile in mostra

Scarica il Depliant LENCI bilingue

NELLE GIORNATE DI CASTELLI APERTI

Prezzo Speciale: Visita guidata al Castello Medievale + Visita alla mostra Lenci: 7,00 €

Scarica il Volantino date Castelli aperti + mostra Lenci

Nei magnifici ambienti del Castello di Monastero Bormida, per il terzo anno consecutivo è allestita una mostra di rilevante interesse storico-artistico. Dopo la monografia dedicata nel 2013 ad un grande Maestro dell’arte del XX secolo dal titolo “Eso Peluzzi ed il suo tempo”, e l’evento del 2014 dal titolo “Il Monferrato, 500 anni di arte. Grandi artisti in un piccolo stato” che ha visto coinvolto anche il territorio dell’antico stato del Monferrato con mostre e convegni, nel 2015 si è pensato di organizzare una mostra che prendesse in considerazione una delle produzioni artistiche più prestigiose del XX secolo e che ha consentito ancora una volta allo stile italiano di affermarsi nel mondo, la Ars Lenci di Torino.

La Manifattura Lenci di Torino oggi finalmente si presenta al giudizio storico come una delle pagine migliori dell’arte italiana del XX secolo. Grazie alla direzione della illuminata titolare Helen König Scavini (Lenci), dopo alterne vicende nel 1928 l’azienda inizia la produzione di ceramiche artistiche. A seguito dell’Expo di Parigi del 1925 a cui la Lenci partecipa con i giocattoli e le celeberrime bambole, il gusto si assesta in una sintesi tra Liberty, Decò, e Novecento. Le ceramiche torinesi rappresentano in pieno questo gusto tutto italiano e diventano in brevissimo tempo famosissime e richiestissime in tutto il Mondo, vero e proprio status symbol di una classe medio-alto borghese. Lo stile Lenci  è stato il frutto del lavoro di grandi artisti che hanno operato con la creazione di modelli inimitabili  dalle decorazioni splendenti. Gigi Chessa, Lino Berzoini, Giovanni Grande, Mario Sturani, Teodesto Deabate, Felice Tosalli, Giuseppe Porcheddu, Claudia Formica, Sandro Vacchetti, Massimo Quaglino, Abele Jacopi, Otto Maraini e la stessa Helen Scavini vivono una stagione breve ma intensa in cui le ceramiche diventano capolavori universali.

La ceramica LENCI ha rappresentato un enorme successo sia produttivo che commerciale, sviluppatasi dal 1928 fino alla fine del XX secolo. Tuttavia la mostra vuole mettere in evidenza non solo la storia della celebre fabbrica ma soprattutto l’insegnamento che essa ha perpetuato negli anni  successivi sulle varie fornaci che si sono succedute e che ha permesso l’affermazione e la fortuna nel Mondo  dello stile inconfondibile, denominato “ STILE LENCI”.

Negli anni appena successivi alla Grande Guerra a Torino una piccola azienda muove i primi passi nella produzione di giocattoli in legno, pupazzi e bambole, articoli per l’arredo e l’abbigliamento, la Ars Lenci, che prende il nome dal diminutivo della titolare (Helen König detta Lencina) e successivamente dall’acronimo del motto  Ludus est nobis constanter industria.

Fondata il 23 aprile 1919, con il deposito del marchio Ars Lenci, da Helen König, moglie di Enrico Scavini, la sua produzione viene presentata ufficialmente alla Mostra torinese degli Amici dell’Arte del 1922 e nel 1923, dopo l’apertura di un negozio a Milano, partecipa alla Prima Biennale Internazionale delle Arti Decorative di Monza. Una rete di distribuzione permette l’inserimento commerciale dei prodotti in Europa, Stati Uniti, Giappone ed Australia.

Nel 1925 la Ars Lenci, sotto la direzione artistica di Sandro Vacchetti, partecipa all’Esposizione Internazionale d’Arti Decorative e Industriali Moderne di Parigi, con uno stand allestito da Gigi Chessa, ed ottiene un successo formidabile con tre Grand Prix, sei medaglie d’oro, tre medaglie d’argento e sette diplomi.

Nel 1928, in occasione dell’Esposizione Internazionale di Torino, vengono presentate le prime ceramiche artistiche. Già dal 1929 la rivista “Domus” di Gio Ponti pubblica due ceramiche di Giovanni Grande Adolescenti e Gli sposi e la rivista “Casa Bella” presenta La mucca, Susanna, La merenda di Giovani Grande, Amor paterno di Sandro Vacchetti, Marianna di Elena Scavini.

A questo successo consacrato, sempre nel 1929, dall’acquisto di un certo numero di ceramiche dal National Museum di New York, partecipa come artista lo stesso Lino Berzoini, che, probabilmente presentato dall’amico Gigi Chessa, ha la possibilità per la prima volta di esprimere a pieno  la sua creatività, in un ambiente artistico effervescente e stimolante a stretto contatto con grandi maestri quali Sandro Vacchetti, Mario Sturani, Felice Tosalli, Giovanni Grande, Marcello Dudovich, Massimo Quaglino, Gigi Chessa. Nel dicembre del 1929 le ceramiche della Ars Lenci sono esposte presso la Galleria Pesaro di Milano con catalogo presentato da Ojetti.

Nonostante il grande successo artistico e commerciale, la grande recessione del 1929 porta la Ars Lenci alla soglia del fallimento. Tra il 1933 e nel 1937 la famiglia Garella rileva interamente l’azienda torinese, continuando una produzione artistica non al livello dei tempi gloriosi.  Nel 1997 il marchio Lenci viene ceduto alla Bambole Italiane srl che nel 2002 dichiara fallimento.

Il periodo di massimo splendore della ceramica Lenci si inquadra tra il 1928 e il 1937 è in questa fase che si afferma e consolida lo stile “Lenci”, in cui,   nonostante l’apporto originale di autori differenti, la produzione mantiene un unico accordo formale con un’alta qualità degli impasti e dei colori, raffinato caolino e vernici brillanti,  con decorazioni policrome sottosmalto, linee morbide e spontanee tratte dal gusto romantico di tradizione ottocentesca  e dal più moderno atteggiamento decò, con piccole concessioni all’umorismo ed all’erotismo.

La Ars Lenci già agli esordi nel 1919 e successivamente per tutti gli anni Venti fino al volgere del decennio successivo risulta il sunto del gusto moderno tra il Liberty , l’Art Decò e le nuove istanze del Novecento. La ceramica Lenci è considerata come arte pura fine a se stessa e non più arte minore a carattere decorativo, e riesce a cogliere le novità del periodo facendo tesoro delle esperienze dei vari Marcello Dudovich e Eugenio Colmo in arte “Golia”, Arturo Martini e Manlio Trucco, fino al grande Giò Ponti che bene accoglie le ceramiche torinesi nelle prime apparizioni.

La fabbrica LENCI oltre ad offrire lavoro a decine di uomini e donne, ha rappresentato per alcuni di essi un’occasione per apprendere un’arte difficile, basata sulla creazione artistica del modello e sull’arcano della decorazione e della cottura. I loro nomi sono:

Gigi Chessa, Sandro Vacchetti, Lino Berzoini, Mario Sturani, Felice Tosalli, Giovanni Grande, Nillo Beltrami, Clelia Bertetti, Giulio da Milano, Teonesto de Abate, Claudia Formica, Abele Jacopi, Beppe Porcheddu, Massimo Quaglino, Giovanni Riva, tutti capitanati dalla severa e bravissima Helen König Scavini, titolare con il marito della fabbrica e vera anima del progetto artistico.

Provenendo dall’esperienza alla LENCI alcuni artisti dirigono o lavorano negli anni successivi al 1934 in alcune  fornaci destinate talvolta a  diventare famose e oggetto di vero e proprio collezionismo:

LE BERTETTI di  Clelia Bertetti;

ESSEVI di Sandro Vacchetti;

ARS PULCHRA di Bartolo Camisassa;

CERAMICHE IGNI di Nello Franchini

CERAMICHE RONZAN

CIA MANNA

TANAGRA

BIGI di Giuseppe Barzizza

CREA

VI.BI di Brunetti e Vallino;

CERAMICHE ARIELE

CERAMICHE ALDEBARAN

CAT CERAMICHE

CERAMICHE LUSSO

CERAMICHE MARIO BRUNETTI

Nella prestigiosa sede del Museo del Monastero più di 200 opere artistiche, ceramiche, pittoriche, giocattoli e materiale pubblicitario,  sono ambientate per illustrare il percorso dello stile Lenci a partire dalla casa madre per arrivare ai vari epigoni che hanno avuto la capacità e la fortuna di impiegare i vari artisti provenienti dalla prestigiosa manifattura torinese. Sarà possibile, analizzando le manifatture e gli artisti collegati, creare un percorso nel tempo avente come filo conduttore proprio lo stile levigato e raffinato, che ancora e soprattutto oggi, cattura schiere di appassionati.

L’evento si svolge in coincidenza con l’Expo di Milano 2015 e trova spazio sul sito ufficiale www.verybello.it.

Nell’arco espositivo sono previste tre conferenze con relatori vari, di approfondimento dedicate alla Lenci, agli artisti ed agli epigoni:

Sabato 18 luglio 2015

Lenci, lo stile italiano nella ceramica.

h. 16.00 Lenci. Tra Liberty e Decò, il clima artistico torinese. Le premesse;

a cura di Lorenzo Zunino;

h. 17.00 Lenci. Lo stile italiano nella ceramica;

a cura di Massimo Meli;

Sabato 5 settembre 2015

Gli epigoni.

h. 16.00 La Essevi di Sandro Vacchetti;

a cura di Carlo Pellegrino;

h. 17.00 Le manifatture Vi.Bi ed Ariele e la figura di Mario Brunetti;

a cura di Martino Bissacco;

Sabato 10 ottobre 2015

Gli artisti.

h. 16.00 Giovanni Taverna, e la Essevi di Sandro Vacchetti;

a cura di Donatella Taverna;

h. 16.30 La Ceramica Lenci: il “caso studio” della scultrice Claudia Formica;

a cura di Chiara Lanzi;

h. 17.00 Lino Berzoini, dalla Lenci ad Albisola

a cura di Carla Bracco;

Al fine di garantire la visita di gruppi di visitatori e turisti, sia italiani che provenienti dai circuiti internazionali (Expo Milano 2015), sono in previsione dei pacchetti turistici di uno, tre o più giorni in cui oltre che visitare l’evento è possibile anche soffermarsi sul territorio, dichiarato Patrimonio dell’Unesco nel 2014,  alla scoperta di una ricchezza artistica ed enogastronomica  incomparabile nella terra del vino, del tartufo e della robiola di Roccaverano. Ai pacchetti in analisi è possibile accedere mediante questo sito.

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