Eso Peluzzi (Cairo Montenotte SV 1894 – Monchiero CN 1985) è un nome caro, forse il più caro, per chi a diverso titolo si occupa di arte nell’ideale triangolo geografico compreso tra Savona, Genova e Torino.
Pur godendo di una stima a livello nazionale, in quest’area ligure-piemontese l’ammirazione per la sua arte è viva più che mai, a quasi trent’anni dalla sua scomparsa.
La sua pittura comandata da quell’estro naturale ed ancestrale che è tipico degli artisti sembra affinata dagli anni di studio ed applicazione, ma non troppo, almeno non in modo evidente. Il paesaggio del basso Piemonte, la valle del Santuario, le marine di Varigotti, gli scorci indovinati dei piccoli paesi o di Parigi, sembrano rispondere ad un’esigenza profonda ed intima che si nutre di equilibrio tonale e sentimento, che vibrano con il suo spirito interiore e con i suoi stati d’animo, mutevoli come le stagioni. Nello struggente autunno, nel rigido inverno, nella delicata primavera, nella gioiosa estate Peluzzi accorda i suoi strumenti. Il suono che ne scaturisce non è mai esagerato, mai esasperato, ma tenue e sommesso, sempre in bilico tra una malinconica evocazione ed una repressa felicità.
Un dialogo sempre cercato la cui formula è frutto di alchimie imponderabili, lunghi silenzi e slanci improvvisi.
In esposizione nei saloni del Museo del Monastero è rappresentata l’intera produzione del Maestro a partire dai primi anni del soggiorno al Santuario di Savona fino alla conclusione a Monchiero della sua incomparabile e fertile produzione.
Chiudono questo percorso le opere di alcuni amici artisti che con Eso hanno condiviso pagine di vita e hanno caratterizzato la feconda stagione dell’arte figurativa del ‘900:
Arturo Martini, Gigi Chessa, Alberto Caffassi, Pietro Morando, Carlo Carrà, Lino Berzoini, Giovanni Battista De Salvo, Ivos Pacetti, Virio da Savona, Giuseppe Gambaretto, Raffaele Collina, Gigi Caldanzano,Carlo Bossi, Mario Gambetta, Emanuele Martinengo, Libero Verzetti, Emanuele Rambaldi, Antonio Agostani, Domenico Valinotti e l’amatissimo “Leonin”,Carlo Leone Gallo.
Nel catalogo sono inoltre presenti le opere, esposte nella Chiesa di Santa Caterina a Montechiaro Alto, esclusivamente dedicate al paese di Montechiaro ed ai suoi immediati dintorni.